“From 0 to 0” è questo il nome con cui ho unito bici, corsa e montagna.

“From 0 to 0” – Edizione 1 – Etna
Dopo il mio arrivo a Catania, ho dedicato i primi giorni ai sopralluoghi e allo studio dei vari percorsi. Il 26 ottobre, ore 7 del mattino, è partita l’impresa. In sella alla mia bici a zero metri, da Aci Trezza, frazione di Aci Castello, ho raggiunto in 2 ore e 45 minuti il rif. Citelli a quota 1740m sul versante nord-est dell’Etna. Totale: 37 chilometri in bici e 1850 metri di dislivello, tutto in salita.

Al rif. Citelli alle ore 10 è avvenuto il mio primo pit-stop. Qui ho sostituito le protesti, da quelle per la bici a quelle più adatte per il trekking; dopo un breve rifornimento sono partito, in direzione dell’Osservatorio Pizzi Deneri a quota 2800m. Ad aspettarmi c’era una superficie ostile, specie per le protesi: la sabbia lavica ha rallentato un po’ il mio programma, ma una volta arrivato all’Osservatorio, dopo un rapido break, sono ripartito alla conquista del cratere centrale, chiamato “la voragine”. Da qui ormai tutto era meno faticoso, il maggiore dislivello in salita era fatto. Ogni tanto sentivo dei boati sempre più forti, fino al punto più alto, a quota 3350m. Sei ore per raggiungere la cima dal livello del mare, ma l’impresa era solo a metà.
La giornata era perfetta, senza nebbia e vento. In più il vulcano era in attività. Non mi sarei mai aspettato di vedere una cosa del genere una volta affacciato sulla bocca del vulcano il fumo e l’odore di zolfo mi hanno investito completamente, ho visto perfino un po’ di lava saltare all’interno dell’immensa voragine. Una grande emozione, mai avrei creduto di vedere un simile spettacolo della natura, le fatiche erano già state ripagate a pieno.

Dopo questo momento intenso è partita la discesa, andando giù, rapidamente verso il rif. Sapienza, nel versante opposto, ad attendermi c’era mio padre per il secondo cambio protesi, quelle necessarie per raggiungere Catania su strada. L’arrivo a Catania credo sia stata la parte più pericolosa di tutto il progetto, iniziava a fare buio e, nonostante fossi ben illuminato, attraversare quel traffico, senza tanti marciapiedi, non è stato affatto piacevole. Poi però ho visto pian piano comparire il porto ed infine il mare! È stata un’esperienza unica, una soddisfazione immensa.
90 chilometri in totale, 3650metri di dislivello in positivo e altrettanti in negativo, tutti d’un fiato, scegliendo la via più difficile, completando la traversata dal versante nord-est a quello meridionale. Adesso mi godrò il meritato riposo, ma mi sono ripromesso di tornare in futuro in cima al maestoso massiccio vulcanico, percorrendo nuovamente quella salita ma in stile invernale, voglio vedere il vulcano più alto d’Europa innevato.

Prossima tappa del progetto From 0 to 0? Monte Rosa, nel 2021, in una versione leggermente diversa da queste due edizioni. Percorrerò i vari tratti con amici atleti, l’andata sarà no-stop (Genova – rif. Capanna Margherita), mentre il ritorno sarà diviso in 6 giorni percorrendo una maratona al giorno. Ci potrebbero essere altri “From 0 to 0”, ne immaginavo uno sul Monte Bianco e magari anche sul Cervino, insieme a una versione “Coast to coast” con in mezzo il Gran Sasso quest’ultimo nel giugno 2021…