Tutti in montagna, la montagna per tutti

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Luccasenzabarriere ha presentato il progetto “tutti in montagna, la montagna per tutti”, un progetto rivolto alle scuole secondarie di Lucca e Pisa che ha l’appoggio di uno sponsor d’eccellenza come il concessionario Lucar di Guamo. “Noi vorremmo che la nostra azienda venisse ricordata sì perché vendiamo ottime automobili, ma anche perché si è perfettamente integrata nel tessuto sociale in cui opera” ha affermato il patron di Lucar Giorgio Serafini, che prosegue “Con questa iniziativa noi vogliamo dare il sorriso anche a persone che sono state meno fortunate di noi. Questo è lo scopo della nostra collaborazione con Luccasenzabarriere e Andrea Lanfri.”

L’iniziativa prevede alcune uscite dei ragazzi su sentieri naturalistici e alcune piccole arrampicate; testimonial e guida di Luccasenzabarriere è il noto para atleta e alpinista Andrea Lanfri che, entro l’anno prossimo, tenterà la scalata del monte Everest. Durante le uscite Andrea, oltre a raccontare ai ragazzi la sua storia e le sue avventure, darà loro alcune nozioni e lezioni di arrampicata. La novità del progetto sta nel aver coinvolto alcuni alunni con disabilità, utilizzando lo sport come fattore d’integrazione ed inclusione.

La prima uscita è stata organizzata per martedì 21 maggio a San Lorenzo a Vaccoli con gli studenti dell’istituito ITI Fermi di Lucca e, in questa sede, Andrea Lanfri per la prima volta sperimenterà sia l’arrampicata praticata da soggetti con disabilità ma, grazie ad alcuni strumenti realizzati per l’occasione dall’Ortopedia Michelotti, farà anche provare ai ragazzi normodotati le sensazioni che si provano praticando una disciplina come i soggetti disabili, immobilizzando loro alcune parti del corpo, per fargli capire quanto sia difficile.

Lo sport ancora una volta quindi al centro della politica d’inclusione all’interno della società e della scuola; imparare il valore della diversità allontana, infatti, lo sviluppo di atteggiamenti discriminatori all’interno di un gruppo sociale e, in questo caso, permette anche, con all’aiuto di un campione sportivo che per primo prova queste sensazioni sulla sua pelle, l’avvicinamento a questa disciplina di soggetti per i quali l’ambiente naturale con i suoi “ostacoli” avrebbe altrimenti posto difficoltà invalicabili, rendendo così questa attività educativa, rieducativa e soprattutto terapeutica.

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